Carlo Scapin scrive ad Antonio Cagnoli – Segretario perpetuo dell’Accademia – ancora sul prezzo dei Tomi della Società Italiana.
Scrittura: A mano
1795 Marzo
L’Accademico Giovanni Carminati scrive all’Accademia per rimettere l’incarico di giudicare l’opera di Giuseppe Carmagnola, non essendo egli esperto degli argomenti del libro.
1795 Marzo
Appunti presi durante la sessione del 11 Marzo 1795 con l’elezione di un Accademico, i voti sui problemi proposti. Ecc.].
1795 Marzo
Marco Mariani chiede all’Accademia di poter leggere la Storia della stessa, relativa all’anno 1794, in Maggio anziché in Aprile perché non sta bene e l’incarico, se pure lo onora, impegna molto le sue deboli forze.
1795 Marzo
Carlo Scapin scrive ad Antonio Cagnoli – Segretario perpetuo dell’Accademia – per dare ricevuta del pacco di volumi della Società Italiana.
1795 Marzo
Minuta della delibera approvata dal Consiglio di Reggenza dell’Accademia il 4 marzo 1795 e successivamente dalla Sessione Generale con la quale viene chiesto alla Magistratura dei V Savi alla Mercanzia se è possibile retribuire il perito che sta terminando la pianta della città di Verona con parte dei soldi destinati ai premi.
1795 Gennaio
Luigi Cassiani scrive all’Accademico Marchi per trasmettere alcune osservazioni di carattere meteorologico che il suo impiego di medico gli ha “ lasciato campo di compilare ” e chiede cosa sia stato stabilito dall’Accademia circa il bruco infestante del frumento.
1795 Gennaio
Curriculum dell’Accademico Michelangelo Locatelli dal 19 Maggio 1769, data di aggregazione all’Accademia, fino al 24 Gennaio1795data in cui fu conosciuta la sua morte.
1795 Gennaio
La Deputazione alla Agricoltura del Magistrato dei Beni Inculti, rappresentata da Angiolo Morosini e da Tomà Correr “ aggrada li divoti sensi ” espressi nella lettera del 7 Gennaio u.s. ed approva la proposta dei due premi per le produzioni dei soci dell’Accademia
1795 Gennaio
L’Accademico Orazio Sagramoso, scrive una relazione su un’opera dell’Abate Tommaselli, che verte sul Museo Veronese , descrivendo il suo lapidario, correggendo gli errori di Scipione Maffei in una sua opera omonima e indicando le variazioni intervenute dopo la morte del Maffei.