Bartolomeo Lorenzi, incaricato dalla Reggenza dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona di giudicare la dissertazione contrassegnata col motto “Tunc bene fortis equus .” (la stessa del documento del 5 Marzo 1792), la descrive con ampieszza e la giudica soommamente utile.
Scrittura: A mano
1792 Sconosciuto
Ottavio Campagna, incaricato di giudicare le opere dei soci dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona, ritiene meritevoli di premio quella di Agostino Pignolati e quella di Benedetto del Bene.Tale giudizio viene presentato il giorno 11 Gennaio 1792.
1792 Sconosciuto
Alberto Albertini, incaricato di giudicare le opere dei soci dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona, in data 4 Febbraio 1792, ritiene meritevoli di premio quella di Agostino Pignolati e quella di Benedetto del Bene.
1792 Sconosciuto
Alessandro dal Toso, incaricato di giudicare le opere dei soci dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona, dopo averle riassunte tutte e sei si rimette alla decisione dll’asseblea dei Soci. Tale relazione viene presentata il 14 Febbraio 1792.
1792 Sconosciuto
Anche Simon Bombieri, incaricato di giudicare le opere dei soci dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona, ritiene, con ampie spiegazioni espresse in data 23 Febbraio 1792, che le due migliori opere siano quelle di Agostino Pignolati e di Benedetto del Bene.
1792 Gennaio
Elenco dei soci che hanno sentito leggere le quattro dissertazioni sulle “Arti” che concorrono al premio, con annotati coloro che le hanno sentite in parte per motivi vari.
1792 Gennaio
Elenco delle sei memorie scritte dai soci su vari argomenti nell’anno 1791, che concorrono ai due premi previsti per dette opere. Gli autori sono Bartolomeo Lorenzi, Giambattista Ridolfi, Alessandro Pignolati, Vincenzo Bozza, Agostino Pignolati e Benedetto del Bene.
1791 Sconosciuto
Girolamo dal Pozzo in una breve relazione all’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona, dichiara che esaminate tutte le dissertazioni che trattano il problema: “Se giovi o no tenere le Arti unite in corpi con disciplina, privilegi contribuzioni al corpo e quali siano i vantaggi e i disvantaggi tanto generali quanto particolari rispettivamente al Commercio, alla Nazione ed al Pubblico Erario” di ritenere migliore e quindi da premiarsi la VI col motto “Ne quid Nimis”:
1791 Sconosciuto
Bartolomeo Lorenzi riassume tutte e sei le dissertazioni che rispondono al quesito: “Se giovi o no tenere le Arti unite in corpi con disciplina, privilegi contribuzioni al corpo e quali siano i vantaggi e i disvantaggi tanto generali quanto particolari rispettivamente al Commercio, alla Nazione ed al Pubblico Erario”, giudica meritevole sia la II col motto “Non semper ea sunt que videtur” alla quale propone di assegnare un terzo del premio, sia la VI col motto: “Ne quid nimis” alla quale propone di assegnare due terzi del premio, infine giudica la III col motto “Artes vero innumerabiles ecc.” degna dello “Accessit”.
1791 Sconosciuto
Alessandro Carlotti con un semplice appunto propone di assegnare il premio sul concorso avente come tema:”Se giovi o no tenere le Arti unite in corpi con disciplina, privilegi contribuzioni al corpo e quali siano i vantaggi e i disvantaggi tanto generali quanto particolari rispettivamente al Commercio, alla Nazione ed al Pubblico Erario” alla dissertazione V avente come motto: “fai rinascere l’arti, fai rifiorir gli ingegni”.