Copia di un decreto del Senato della Serenissima Repubblica con il quale viene riconosciuta l’utilità di prolungare di un anno il corso presso il Collegio Veterinario di Padova invitando il Magistrato dei Beni Inculti a provvedere a tutte le spese correnti e a fornirlo di tutte le carte necessarie.
Scrittura: A mano
1779 Maggio
Ignazio Saibante – Nunzio della città di Verona – comunica a Zaccaria Betti – Segretario perpetuo dell’Accademia – di aver inviato la replica alla “Ducale” scritta dai villici proprietari delle selve dei monti Lessini, al marchese Giovanni Sagramoso perché egli la esibisca all’Accademia, e ciò per incarico di Giovanni Arduino, ma anche per il proprio dovere in qualità di cittadino di Verona.
1779 Sconosciuto
Lunga ed esauriente relazione da parte dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona al Vicepodestà della città – Antonio Piovene – in risposta al memoriale presentato dai proprietari dei boschi della Lessinia all’Eccellentissimo Senato. Relazione che racconta la storia della scoperta della possibilità di usare il legname di quei boschi e spiega tutte le regole che ha ritenuto opportuno emanare per proteggere detti proprietari ed i mercanti di legname. La relazione è firmata da Gabriele Dionisi, Federico Bevilacqua, Agostino Pignolati, Ottavio Campagna e da Zaccaria Betti.
1779 Sconosciuto
Copia delle dichiarazioni rilasciate in date diverse da alcuni abitanti di Chiesa Nuova circa il loro assenso sia alla costruzione della strada che da Chiesa Nuova deve arrivare a Verona, sia di sottomettersi alla disciplina emanata dall’Accademia di Agricoltura di Verona per tutto ciò che riguarda il taglio del legname dei loro boschi. X XXXXXXXXXXXXX XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
1779 Sconosciuto
Giovanni Smania chiede all’Accademia di Agricoltura di Verona di poter utilizzare, nell’anno in corso, altre cinquecento piante, visto l’esito felice delle piante accordatogli nell’anno precedente.
1779 Aprile
Ignazio Saibante, Nunzio della città di Verona, sollecita all’Accademia la “Ducale” che gli è stata annunciata da Giovanni Arduino e che deve servire a smentire le denunce contenute nella supplica di alcuni “…villici temerari…”.
1779 Aprile
Giovanni Arduino ha ricevuto le lettere che aveva chiesto nel documento di cui al punto precedente (circa la denuncia dei proprietari dei boschi dei monti Lessini) e ne ha informato in via breve uno dei due Deputati all’Agricoltura, certo “Rota” il quale ha consigliato di investire della cosa direttamente la Deputazione sopra l’Agricoltura che certamente prenderà le parti dell’Accademia. Arduino, che scrive a Zaccaria Betti – Segretario perpetuo dell’Accademia – dà alcuni consigli sul come confezionare la lettera; per esempio sottolineando i grandissimi vantaggi tratti dalla città da quanto si è fatto. Inoltre lo stesso Arduino ha coinvolto il marchese Saibante – nunzio della città di Verona – nonché il Sig. Alvise Contarini uscito da poco dal Consiglio dei Savi, che consiglia di trovare subito la “Ducale” relativa all’affare, che viene subito recuperata ed inviata al marchese Giovanni Sagramoso – Accademico – perché venga consegnata al Vice Podestà e da questi inviata alla Deputazione sopra l’Agricoltura.
1779 Sconosciuto
“Promemoria delle incombenze che si assegnano a Matteo Faccio come Soprastante interinale delle Selve Lessine”. Documento probabilmente preparato dall’Accademia e che viene consegnato a Matteo Faccio il 20 Aprile 1779 come recita una nota a piè di pagina.
1779 Aprile
Giovanni Arduino, certamente un magistrato della Serenissima, fa riferimento alla lettera di protesta dei proprietari dei boschi di Chiesa Nuova e di Erbezzo (vedi documento del 16 marzo 1779), inviata dalla stessa Accademia con nota del 30 Marzo, riferendo che qualcuno è rimasto colpito da detta denuncia e vuole andare a fondo alla cosa e sperando che tutto si risolva in favore dell’Accademia invita Zaccaria Betti – Segretario perpetuo dell’Accademia – a trasmettere le copie legalizzate di tutti i documenti relativi.
1779 Aprile
La Deputazione sopra l’Agricoltura nel Magistrato dei Beni Inculti, a firma Francesco Rota ed Antonio , si compiace con l’Accademia di Agricoltura di Verona per la riuscita della macchina idraulica per irrigare i campi messa a punto dalla famiglia Schiappardina ma ritiene opportuno aspettare ancora per verificare in un tempo più lungo se detta macchina non presenti difetti.