Copia di numerose perizie di date varie tutte riguardanti le operazioni da farsi ed il calcolo della spesa occorrente per il costo per bonificare le paludi di Ronco e Tomba.
Scrittura: A mano
1789 Luglio
(lettera di J.Bernoulli in francese)
1789 Luglio
Simon Bombieri ribadisce all’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona quanto gia detto circa l’alzamento dell’alveo del fiume Tion, e cioè la pochezza dell’alveo del fosso detto Laghisol di Pastrengo che scorre a fianco della strada postale, che da Volargne passa per Castelnuovo, e che ogni volta che piove straripa sulla strada trasportando poi nel Tion materiali grandi e piccoli; inoltre la strada a sinistra del Tion è stata ristretta da una siepe che ha impedito di creare una valida scarpa al suo fosso, sicché questa ogni tanto crolla riempiendo il Tion di terra e di detriti.
1789 Luglio
Pietro Moro, dopo essersi scusato per il ritardo con cui invia le osservazioni in essere a causa di un soggetto, che non nomina, ma che lo ha convinto che non c’era fretta, descrive come le viti, il frumento e gli alberi da frutta abbiano superato il freddo dell’ultimo inverno, soprattutto di Dicembre e di Gennaio. Sugli olivi riferirà più tardi perché le sue osservazioni non sono definitive. Per le viti è andata complessivamente bene e ne sono morte circa lo stesso numero degli altri anni; glia alberi da frutto hanno sofferto dei danni ma sono tutti vivi, mentre il frumento e gli altri grani hanno sofferto parecchio non il freddo ma per la lunga siccità di Aprile.
1789 Giugno
Giacomo Fiorini risponde al Presidente dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona per comunicargli i danni che l’inverno precedente ha provocato nelle piante e nelle coltivazioni. Ha atteso qualche tempo per meglio accertarsi dei danni stessi e dice che le coltivazioni hanno sofferto ma non troppo. Invece gli olivi hanno sofferto moltissimo, molti sono secchi, alcuni ancora verdi hanno poco vigore. Ritiene che per “ripristinare” quelli secchi sia bene scavare un poco la terra intorno al tronco in modo che vi si raccolga l’acqua e piano piano faccia rivivere le radici.
1789 Giugno
Giovanni Arduino scrive al Presidente dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona per comunicargli di aver fatto sapere a Lorenzo Memmo e a Francesco Foscolo della Deputazione sopra l’Agricoltura nel Magistrato dei Beni Inculti, il suo desiderio di far stampare a Parma l’elogio funebre del Conte Zaccaria Betti. Costoro hanno ritenuto commendevole tale iniziativa ed hanno richiesto alcune copie dalla stampa in questione.
1789 Maggio
Nella data indicata viene ripubblicato un proclama emesso nel 1785 da Alvise Mocenigo II, che, vista l’importanza del Salnitro per l’artiglieria Veneta, emana tutta una serie di norme sui “Tezzoni”, che altro non sono che degli ovili ove vive un certo numero di pecore che con i loro escrementi e rifiuti provocano la formazione appunto del salnitro. Fra le altre fissa in duecento le pecore assegnate a ciascun “Tezzone”, vieta il pascolo ad altre pecore o ad altri animali nei pascoli pubblici riservati alle pecore dei “Tezzoni”, ecc.
1793 Agosto
Estratto di una dichiarazione depositata ( nella Cancelleria Prefettizia ?) nella quale alcuni personaggi di Villafranca, fra cui Michele Angelo Bellavita, minacciano di ricorrere ai competenti organi se li si costringere ad interventi che provochino danni alla loro parte del corso del fiume Tion .
1789 Maggio
Proclama di Giulio Antonio Mussati, Podestà e Vice Capitanio di Verona e del suo distretto, che dispone che chinque si interessi di ricavare dai “Tezoni” (ovili) il salnitro o le raccolga o lo venda deve essere dotsto di un permesso in carta rossa da rinnovarsi ogni 15 giorni.
1789 Maggio
Il Magistrato all’Adige e Deputato alle Grandi Valli Veronesi – a firma Zuanne Bonfandini – chiede all’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona di verificare la fattibilità di un certo intervento. Questo intervento è richiesto da Sebastian Mocenigo che vuole coltivare centotrentasei campi, delle sue terre, situate nelle zone di Carpi e di Castagnaro, a risaia, e per questo chiede di poter usare una quantità ben precisa delle acque dell’Adige, estratte attraverso una apposita “chiavica” e condurle a fluire nelle zone possedute dallo stesso richiedente. La verifica richiesta deve stabilire se tale intervento non rischi di provocare danni ulteriori e se non rischi di alterare il piano di bonifica di tutte le Grandi Valli Veronesi.