La lettera con la quale Arrigo Custoza, che si dichiara Socio Onorario e non Corrispondente, come afferma Cominzoni nella nota del 20 Febbraio 1855, trasmette al Cominzoni appunto le tre bottiglie di vino e di aceto di more di gelso, dopo aver elencato i propri interessi nel campo dell’agricoltura e aver cercato un prodotto che potesse sostituire il vino che manca a causa della malattia dell’uva.