Matteo Faccio Scrive a Zaccaria Betti – Segretario perpetuo dell’Accademia – per dirgli di aver autorizzato un certo Antonio Bela – “forestiero” – a tagliare cento piante senza averne avuto licenza dall’Accademia e addirittura senza averle bollate prima del taglio. Ciò deve aver fatto arrabbiare sia Scandola che Oliboni e il Faccio chiede come deve comportarsi.
Provenienza: Chiesa Nuova
1978 Sconosciuto
Un gruppo di abitanti del comune di Chiesa Nuova (circa 26) danno, presente il notaio Angelo Calzaveri che stende l’atto in questione, la procura a Donato Brunelli e a Domenico Beccherle per agire contro l’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona, in relazione alla protesta avanzata per l’uso delle piante dei loro boschi, affidando loro tutte le facoltà opportune e peranco un compenso per le giornate nelle quali dovranno recarsi a difendere il loro punto di vista presso la “Dominante” (Venezia).
1777 Sconosciuto
Un certo Leonardo Zambelli informa il Segretario perpetuo dell’Accademia – Zaccaria Betti – del numero delle piante tagliate dai boschi di vari possidenti.
1776 Sconosciuto
Una cinquantina di abitanti di Chiesa Nuova, proprietari e non di boschi, riuniti davanti ai notai Domenico Brunetti e Donato Brunetti (Cugini) sempre di Chiesa Nuova, presa cognizione delle delibere della Deputazione sopra l’Agricoltura nel Magistrato dei Beni Inculti, che assegna all’Accademia di Agricoltura di Verona la gestione del taglio del legname dei boschi dei monti Lessini rivolgono in maniera ufficiale all’Accademia stessa una serie di impegni tesi a salvaguardare i propri interessi nel settore