Agostino Pignolati – Presidente dell’Accademia di Agricoltura di Verona sente il bisogno di rivelare ai soci un’osservazione da lui fatta sulla malattia dei “Mori” (gelsi) detta dai contadini “Salvanello o Falchetto”. Detta osservazione consiste nel fatto che nella sua tenuta ove quasi tutti i gelsi sono stati colpiti dalla malattia citata, egli ha trovato un albero completamente immune, e ha convocato sia Zaccaria Betti che Anton Maria Meschini ad osservare la cosa, ed essi possono essere testimoni del fatto. Egli si ripromette di effettuare attente osservazioni su tutte le parti di detto gelso (foglie, legno. Corteccia, ecc.), intanto si è sentito in dovere di mettere al corrente tutti i Soci di una simile singolarità che potrebbe portare grossi vantaggi per sconfiggere la malattia.
N-carte: 1
1773 Sconosciuto
la Deputazione sopra l’Agricoltura nel Magistrato dei Beni Inculti a firma Angelo Memo e Gian Alvise Mocenigo, chiede all’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona di collaborare con l’ing. Lorgna per un nuovo progetto per il prosciugamento delle Valli Veronesi. (tutto ciò diluito in tre facciate piene di frasi altisonanti e cortesi ma inutili.)
1773 Sconosciuto
La Società Agraria di Padova ha deciso di far stampare alcuni esperimenti da lei condotti per distribuirli ai Soci e per inviarli a tutte le Accademie di Agricoltura del “ Serenissimo Dominio ” e quindi anche alla “Pubblica Società Agraria di Verona”.
1772 Sconosciuto
L’Accademia di un località, il cui nome non è leggibile (forse Belluno), a firma Lucio Dogliani, invia all’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona due saggi che sono i discorsi tenuti dall’Accademico dott. Odoardi sulle varie malattie del bestiame, tratti dalle esperienze di un famoso veterinario di Parigi. (di cui non si capisce il nome).
1772 Sconosciuto
La Deputazione sopra l’Agricoltura nel Magistrato dei Beni Inculti, con le firme identiche a quelle di cui al punto precedente, ringrazia ancora l’Accademia di Agricoltura di Verona per gli studi fatti sul prosciugamento delle Valli con particolare menzione ad Alessandro Pompei e a Felice Gaiani. Il resto è melassa.
1771 Luglio/Agosto
Cartellina che doveva raccogliere gli scritti degli Accademici Felice Gaiani e Alessandro Pompei sulle valli Veronesi situate fra l’Adige, il Canal Bianco ed il Tartaro (gli scritti non ci sono).
1772 Sconosciuto
Verbale dell’accordo fra l’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona e il sig. Tomaso Fava, firmato per l’Accademia da Agostino Pignolati e da Zaccaria Betti , per eseguire l’esperimento della cura dei “Morari” infetti del morbo cosiddetto “del Falchetto” su poche piante, assicurando al Fava le spese del trasferimento e della permanenza.
1772 Sconosciuto
La Deputazione sopra l’Agricoltura nel Magistrato dei Beni Inculti, a firma Giacomo Miani e da un collega dal nome illeggibile, Ringrazia l’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona per le l’interesse dimostrato sia nel proporre come prosciugare le Valli Veronesi, sia per l’interesse dimostrato per la malattia dei gelsi e per gli sforzi fatti per trovare rimedi.
1772 Sconosciuto
Zaccaria Betti – Segretario perpetuo dell’Accademia di Agricoltura di Verona descrive a qualcuno, non indicato, i sintomi della malattia dei gelsi, indicando anche i sistemi curativi proposti da Tomaso Fava e da Carlo Bettoni
1772 Sconosciuto
Cristoforo Pilati, Segretario dell’Accademia di Agricoltura, di Brescia, racconta ai colleghi di Verona come Cristoforetti e Fava non siano stati chiamati dall’Accademia ma da alcuni signori preoccupati della malattia dei gelsi. In realtà solo il Fava si è recato a Brescia mentre il Cristoforetti è rientrato ad Avio. Racconta poi i termini dell’accordo fra Fava e Luigi Pitossi, accordo che lo ha fatto intervenire sia a Chiari che a Rudiano, anche se a parere di Fava le piante sono ormai troppo malate per avere qualche certezza della loro guarigione che, comunque, dovrebbe essere del 9%.