Carlo Vanzetti (1911-1995)
Carlo Vanzetti agronomo, professore universitario, nacque a Castelnuovo del Garda (VR) il 13 luglio 1911; figlio di un generale si laureò in giurisprudenza all’Università di Padova e subito dopo si iscrisse alla facoltà di agraria del medesimo ateneo ottenendo la laurea in quella che fu la sua vera professione.
Studiò con i maggiori e più famosi agronomi della prima metà del Novecento; fu assistente all’Osservatorio di economia agraria per le Venezie (1939), poi alla Facoltà di economia di Ca’ Foscari con Ezio Vanoni, diventò amico fraterno di Angelo Messedaglia.
Dal 1948 insegnò estimo rurale e contabilità presso la Facoltà di agraria a Padova; nel 1951 fu chiamato presso l’Università della California dove rimase per qualche anno e nel 1964 approdò presso la Facoltà di economia e commercio di Verona dove insegnò – sino alla quiescenza – economia e politica agraria.
Furono anni fecondi e Vanzetti pubblicò molte opere importanti: citiamo Due secoli di storia dell’agricoltura veronese (1965) che rimane, ancora oggi, un modello per gli studi di storia dell’agricoltura. Diresse il centro di Geografia agraria dell’ateneo veronese dotandolo di una biblioteca d’eccellenza dove egli stesso si premurò di acquistare opere introvabili in Verona e sovente di difficile reperimento, anche, sul mercato nazionale.
Dal 1960 Carlo Vanzetti era divenuto segretario generale del World atlas of agriculture di cui era presidente Giovanni Medici, professore di agraria, suo amico e ministro della Repubblica più volte. A capo di circa duecento collaboratori d’ogni parte del mondo, Vanzetti viaggiò per ogni luogo della terra; poliglotta, dotato di un carisma eccezionale, alieno a qualsiasi forma di compromessi, ferreo nelle decisioni e poco propenso alle cose superficiali, pubblicò quattro volumi e oltre quaranta carte che rimasero nella storia come l’essenza dell’agricoltura mondiale, rilevandone con identità di metodo i tipi d’impresa e le utilizzazioni del suolo. La Conferenza internazionale degli economisti agrari ne garantì l’esito e il risultato stampato si trova in tutte le biblioteche del mondo. Fece parte di missioni di studio internazionali e la sua presenza nei convegni era garanzia di scientificità.
Nel 1950 divenne membro dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona e nel 1967 venne eletto Presidente della stessa: carica che mantenne sino alla morte (per ben 27 anni). Grazie all’aiuto di illuminati segretari della stessa, Vanzetti impresse all’istituzione un prestigio che la collocò tra la prime italiane. A questo incaricò dedicò molte energie; pubblicò una storia dell’istituzione redatta sui documenti d’archivio restituendo all’Accademia quel fasto che poi nessuno seppe ripetere. Pubblicò circa un centinaio d’opere di economia e politica agraria e passò gli ultimi vent’anni della sua vita tra l’Accademia, gli studi, la ricerca scientifica, la casa a Verona e la villa a Colognola ai Colli (VR) e qualche puntata a Castelsardo (SS) in Sardegna, spesso in solitudine dopo la morte della moglie, ma con una straordinaria serenità contagiosa. Scomparve a Negrar (VR) il 17 aprile 1995.
L’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere lo ha ricordato con un busto marmoreo in altorilievo nell’atrio di palazzo Erbisti, opera di Novello Finotti (1996) e un suo ritratto ad olio si trova a palazzo Giuliari, sede dell’Università di Verona.
Ultimamente, sia l’Accademia che l’Ateneo veronese hanno riportato alla luce la biblioteca che Vanzetti aveva formato. Gran parte dei volumi si trovano presso la Biblioteca Carlo Vanzetti dell’Università ma una piccola parte del fondo rimane qui in Accademia a ricordo della prestigiosa opera.